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A Fuego Lento

Gli uomini come le donne sono esseri complicati che spesso si soffermano sull’aspetto, senza trovare la chiave giusta per capire l’altra persona. Non è una colpa: tale atteggiamento, nella stragrande maggioranza dei casi, è dettato da una stanchezza mentale, non si ha voglia di combattere per un rapporto che prende forme poco chiare. A.D.Viga è sempre pronta a stupirci, i suoi racconti sono sempre originali, profumano di vita, dai contenuti attuali e con un tocco che porta il lettore inesorabilmente a immedesimarsi nelle sue storie. Victoria è la protagonista: una vita apparentemente tranquilla, un marito… Ma cosa succede quando le porte di casa si chiudono? L’incontro con un artista che in qualche modo cambierà le sorti di questo matrimonio e come sempre il coraggio e la forza delle donne farà leva su tutto. Non voglio svelarvi nulla. A Fuego Lento spazia in una sorta di viaggio tra sentimento, amicizia, e false apparenze. L’autrice dispone gli ingredienti principali in un mix incandescente che non risparmia colpi di scena perché non tutto ciò che appare può essere reale.

La Sfida

Ho incontrato la notte e mi ha chiesto di abbracciarti.

Non ho sonno, ho il cuore che mi urla nel petto, sanguina di dolore che scorre come una lava ardente.

Non credo nei miracoli, mi ostino ad arrampicarmi con tutte le mie forze sullo scoglio di un torrente.

Il mio più grande ostacolo è la paura, che mi sorride dicendomi: “Non ce la farai mai” la scruto, le giro intorno e in pochi attimi la butto in un burrone.

Perché tutte la paure hanno un punto debole.

Ce la farò anche questa volta, perché da ogni sfida c’è sempre una rinascita.

Innamorati

Innamorati di chi brama per i tuoi sguardi.

Innamorati di chi ti abbraccia senza averti dato un pianto.

Innamorati di chi la notte ti guarda mentre stai dormendo.

Innamorati di chi cancella le tue paure e che accarezza i tuoi sogni.

Innamorati di chi ama le tue follie.

Innamorati di chi sarà sempre pronto a sostenerti nelle tue tempeste.

Innamorati di chi ti guarda come la gemma più preziosa.

Innamorati di chi ti copre con la sua coperta e che ti baci dietro la schiena.

Leggere Per Star Bene



Parlare di star bene, di salute, ci porta ad un concetto complesso ma che noi sgraneremo subito!
La salute, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un equilibrio tra diversi aspetti: fisico, psicologico e sociale. Non si tratta, dunque, solo di assenza di patologie.
Nell’ambito di questo concetto ampio di salute, troviamo la Biblioterapia, la cui nascita si fa risalire agli anni ’30 e per la quale dobbiamo ringraziare un innovativo psichiatra che prescrisse ai suoi pazienti l’attività di lettura.
William Menninger, infatti, pensava che il libro potesse essere fonte di riflessione e di crescita, personale e collettiva. La lettura divenne così una specie di “compito a casa”; un luogo”altro” rispetto al terapeuta con lo scopo di aumentare le potenzialità del paziente e di facilitare alcune caratteristiche come l’autostima, l’assertività e la capacità di risoluzione problemi.
William Menninger.cominciò a consigliare la lettura di romanzi ai pazienti affetti da disturbi psichici. Alla base del suo assunto l’idea che il libro potesse essere fonte di riflessione, di scambio e di crescita sia personale che collettiva.
Tuttavia questa non è l’unica accezione: un libro di auto aiuto scritto da chi ha vissuto una particolare problematica o un romanzo, cosiddetto di formazione, possono essere stimolanti in quanto aiutano ad immedesimarsi nei personaggi, nella storia, nelle emozioni.
Un’altra fetta di pubblico cui la biblioterapia si rivolge riguarda i familiari delle persone sofferenti.
Nella mia esperienza di conduzione dei gruppi di auto aiuto per familiari di pazienti affetti da demenza senile, ho riscontrato che la conoscenza favorisce la partecipazione e, non ultimo, la conoscenza del problema e la condivisione di risorse, per la gestione del problema stesso e del disagio.
I libri utilizzati per la biblioterapia devono avere delle caratteristiche precise; intanto vanno scelti dallo psicoterapeuta e poi devono essere onesti, da un punto di vista intellettuale.
Ad esempio “Risolvi la tua ansia in una settimana”..ecco, io non mi fiderei!
Ci sono però altre letture che sono molto evocative, come le fiabe od alcuni romanzi. Quante volte ci siamo addentrati in un libro, sperando che non finisse mai, perché sembrava scritto per noi?
La biblioterapia è anche questo!
Vi lascio qualche titolo!
“Chi ha spostato il mio formaggio?” di Spencer Johnson; se siete insoddisfatti questo è il vostro libro. I topolini sono sempre alla ricerca del formaggio ,però dovranno necessariamente fare dei cambiamenti importanti ed impareranno abilità nuove!
“Donne che amano troppo” di Robin Norwood, dove il tema è quello della dipendenza
“Donne che sbattono contro le porte “di Tiziana Ravazzolo e Stefania Valanzano, parla di stalking e violenza di genere.
Ciò che non dobbiamo dimenticare, però, è che leggendo noi possiamo entrare in altre storie e conoscere nuovi mezzi di risoluzione problemi; a volte il libro non è sufficiente e la figura di uno specialista è imprescindibile.
Perché ciò su cui dobbiamo e possiamo agire è solo la nostra esperienza.

Di Marinella Giuni: Psicologa



Il Torrente


Da alcuni mesi mi capitava spesso di svegliarmi di soprassalto, senza respiro, subito dopo aver sognato che stavo precipitando nel vuoto. Aprivo gli occhi stordito, nell’aria incolore che filtrava dalle tende della finestra e che nessun sole riusciva mai a scaldare e accendere, con la vaga impressione di un sottofondo di voci indistinte che si stavano dileguando. Le persone che incontravo per strada o in ufficio mi sembravano allora una schiera di manichini dagli occhi vuoti che mi mettevano addosso una strana inquietudine. Finché una sera, rientrando più tardi dal lavoro, incrociai all’improvviso un mio vecchio vicino di casa schivo e silenzioso, che non mi era capitato di vedere più da un tempo infinito tanto che lo credevo addirittura morto. La camminata nervosa si era trasformata in un faticoso arrancare ma i suoi occhi erano ancora costantemente rivolti verso il basso per poi sollevarsi repentinamente e fulminarti con uno sguardo freddo e ostile. In preda a una curiosità inspiegabile, decisi di seguirlo fino a un torrente che lambisce la nostra cittadina per poi continuare a scorrere verso il mare. Mentre si allontanava verso casa, mi accostai alla riva dove con un sussulto riconobbi subito, nel buio gorgogliare dell’acqua, il mormorio indistinto che mi perseguitava nei mei bruschi risvegli. Mille ombre mostruose sembravano nuotare nell’abisso e il loro sussurro mi raccontava la storia di un ragazzo che rideva dell’aria grigia e dimessa della gente intorno a lui mentre sognava avventure per mari inesplorati e tesori da scoprire. Ma gli anni erano passati senza che riuscisse mai a saltare su un treno che lo conducesse fuori dal suo paese e allora, per la prima volta, capii che i sogni di gloria erano stati soltanto un alibi in mancanza del coraggio di vivere il presente, di affrontare la pesantezza e l’asprezza dei giorni. E adesso il sorriso beffardo dei manichini dagli occhi vuoti mi diceva lo vedi che sei diventato uno di noi. Proprio come lo sguardo maligno del mio vicino di casa mi aveva sempre suggerito che non ci sono alternative, che la strada della mediocrità è già tracciata per ciascuno di noi. Ma forse ero ancora in tempo per stroncare questo maleficio. Cominciai così a seguire l’uomo accorgendomi che ogni sera, nel rientrare a casa, non riusciva a fare a meno di dare un’occhiata furtiva al torrente. Arrancando per il sentiero, tracciava una larga curva finché, guardandosi intorno per essere sicuro che nessuno notasse questa sua debolezza, virava decisamente verso un punto preciso del parapetto di legno per guardare in faccia le ombre. Ne era attratto suo malgrado, come in un vortice di perdizione. Decisi allora di segare il segmento su cui era solito appoggiarsi, lo rimisi poi al suo posto incastrandolo leggermente e predisposi uno scivoloso tappeto di foglie. Quel giorno non mi recai a lavoro, ma attesi nascosto dietro un gruppo di alberi. Tramontato il sole, la figura del vecchio si ingrandiva lentamente lungo la strada mentre sopraggiungeva a passo apparentemente tranquillo. Lo osservavo col fiato sospeso mentre continuava ad avanzare senza dare il minimo segnale di cedimento… ma ecco che rallenta, si guarda intorno con un cenno appena percettibile del capo e di colpo muove verso il torrente… continua ad accelerare come in preda a uno spasmo, perdendo quasi contatto col terreno fino a scivolare sul tappeto di foglie per andare infine a schiantarsi contro il parapetto. Ma questa volta non ha modo di arrestarsi col cuore in gola, no, il torrente lo risucchia mentre scivola giù stringendo tra le mani la stecca di legno! Corsi verso il precipizio appena in tempo per vedere il gorgo dell’acqua che lo inghiottiva ma a quel punto devo essermi sporto troppo perché le ombre mi hanno afferrato. Così, senza neppure accorgermene, sono caduto nel vuoto e questa volta non mi sono risvegliato nel mio letto.
Antonio Zifaro

Piccoli Gesti

Non c’è gesto più bello di chi ti ascolta.

Non c’è animo più limpido di chi non giudica.

Non c’è casa più accogliente del cuore di chi ti ama.

Non c’è gesto più bello di chi ti copre con la coperta

Non c’è bacio più sincero di quello di un bambino.

Non c’è sogno che non meriti di essere avverato.

Non c’è storia più bella che non meriti di essere raccontata.

Intensi

Intensi sono i tuoi occhi che mi catturano dandomi luce nei momenti più bui.

I giorni più belli li ho creati insieme a te.

Non esiste foglia che mi accarezza e che non porti il tuo nome.

La luna ci guarda, ci illumina, è come se fosse gelosa dei nostri incontri.

Non c’è angolo più bello di quello del tuo cuore, dove rigogliosamente mi nutri del tuo amore

Chi è senza tempo vive di emozioni.

Noi siamo mare e terra dove la nebbia ci copre, come una sottile tela che custodisce il nostro mondo.

Abbandono il silenzio dove lentamente mi sciolgo tra le ceneri dei tuoi tormenti.

Ho conosciuto

Ho conosciuto la tua voce: melodia armoniosa, che mi trascina come il canto delle sirene.

Ho conosciuto la gloria dei tuoi occhi: un misto tra il sole caldo e il mare d’inverno.

Ho conosciuto i tuoi passi: ma non sono capace di raggiungerti.

Ho conosciuto il tuo odore: profumo di sole e di vento scagliato sopra una scogliera.

Ho conosciuto il tuo dolore e pian piano ho asciugato le tue lacrime, con i baci e con il tempo.

Ho conosciuto la tua forza, che prepotentemente è diventata anche la mia

La Luce e La Nebbia

Il romanzo noir è uno di quei generi che preferisco: sovrano nelle classifiche letterarie, nasce come variante del romanzo poliziesco. I suoi esordi risalgono agli anni venti, quando cresce in modo smisurato e continua a raccogliere un gran numero di lettori. La presenza degli elementi soprannaturali si sposa come il vino rosso con le castagne, così in una fredda serata autunnale ho aperto per la prima volta le pagine di: La Luce e la Nebbia. Gli elementi che compongono questo libro sono trascendenti: Toni Vento, il protagonista, è un po’ l’indiana Jones del mistero, non è difficile entrare in sintonia con l’ambientazione arricchita dalle descrizioni accurate. L’attenzione del lettore trova subito il mordente giusto per continuare la lettura, che si arricchisce pagina dopo pagina di elementi che aprono un varco ancora più ampio che porta chi legge ad entrare in simbiosi con tutti i personaggi. Nulla è lasciato al caso, ogni elemento è disposto come una partita a carte tra l’autore e il lettore. La penna di Antonio Zifaro scorre come un fiume in piena, arricchendo ogni pagina con dettagli sempre più interessanti.

Abortire tra gli Obiettori

Secondo i dati del 2012, in Italia i ginecologi obiettori di coscienza sono circa 69,6/%. La differenza tra l’aborto volontario e quello terapeutico è sostanziale: il primo è dettato, nella maggioranza dei casi, da un fattore economico dovuto al non poter mantenere economicamente il nascituro, oppure dalla donna che non si sente pronta ad affrontare la gravidanza. Nel secondo caso c’è una legge della costituzione che dice: quando la gravidanza o il parto comportano un grave pericolo di vita per la donna; quando siano accertati processi patologici tra cui quelli relativi a rilevanti patologie o malformazioni del nascituro, che determinano un grave pericolo per la salute psichica e fisica della donna. Laura Fiore con il suo libro: “Abortire tra gli Obiettori” parla della sua esperienza personale con gli Obiettori di coscienza sull’aborto terapeutico, ma non solo…tra le pagine vi sono altre testimonianze di donne che hanno vissuto la medesima esperienza.