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Una notte fino all’alba

Una notte fino all’alba.
(Racconto ispirato a La dolce vita di Federico Fellini).
Mentre percorro a piedi la lunga strada fino a poche ore fa colma di risate e di volti e di mani che si cercavano, mi accorgo che i ristoranti e i locali spumeggianti di mille luci sembrano svaniti, risucchiati chissà dove, e la lunga fila di palazzi eleganti resta sospesa nell’ombra come il fondale di cartone di un teatro. Nella notte c’è un momento appena prima dell’alba che il buio è più profondo. Soltanto chi ha imparato a navigare oltre la linea del tramonto conosce questa cosa. Per tutti gli altri la notte è sempre lo stesso buio indefinito. Già, cari amici, quanto ci siamo divertiti a saltare in corsa dentro le decappottabili fiammanti, per inseguire i lunghi capelli biondi una ragazza che si perdevano nella scia del vento. Forza, metti in moto, mi hanno detto che ci sarà uno spettacolo da circo imperdibile, acrobati dalle mille braccia, salti mortali, donne bellissime che ballano su danze arabe e avvolgenti. Abbiamo attraversato i continenti e le epoche, per ridere e infine intristirci nei gesti goffi di un clown che non osa confessare il suo amore alla bella fiammiferaia che a sua volta gli racconta del principe azzurro che dovrà tornare un giorno lontano. Nei vicoli di cristallo di Pietroburgo, nelle fontane di Roma. Nell’acqua che brilla sotto il cielo mediterraneo mentre una ragazza ci invita a seguirla, a perderci insieme a lei nei riflessi dei sogni. Poi tutto si dilegua, i suoi capelli biondi si dissolvono insieme ai rombi di luce e ai cristalli del piccolo lago incantato in cui ci siamo immersi per un momento. E adesso mi chiedo se le notti della dolce vita siano mai davvero esistite o siano state soltanto un’illusione. Sono arrivato fino alla spiaggia che adesso si colora dell’azzurro indistinto dell’alba. Compaiono le forme delle dune di sabbia e delle lunghe nuvole bianche. La sagoma esile di una ragazza laggiù, davanti al mare che si distende immenso. Ma perché mi appari così familiare anche se non ricordo più chi sei? E’ così dolce guardarti che mi sembra di averti cercata per tutta la notte. Nei colori sfavillanti dei night club, nelle labbra rosse di mille donne e nel frastuono dei clacson e dei fanali. Come un ricordo ancestrale conficcato in fondo all’anima che vuole essere ritrovato. Ma si, è stato tutto questo la lunga notte della dolce vita, consumarsi il respiro alla ricerca di una purezza perduta, di un viso di ragazza destinato a svanire nell’accendersi del giorno eppure questo momento vale tutta una vita.
Antonio Zifaro

Pubblicato da Crimy

L'amore per la letteratura mi ha portato a essere costantemente aggiornata sull'arte e sulla scrittura. Benvenuti nel Mondo di Crimy

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