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Salvini contro argento

Non amo molto parlare di politica, tantomeno di personaggi su cui fare polemica, però sono rimasta molto colpita dal confronto Asia Argento -Matteo Salvini.Tempo fa la figlia del genio del horror pubblicava sotto un post del ex ministro degli interni”Salvini merda”.Alla domanda in trasmissione sul motivo per cui avesse publicato tale concetto lei risponde<<cosi>>. Allora mi domando perché prima di azionare il ditino non connettere prima il cervello? soprattutto se poi sei un personaggio pubblico.Oltretutto non è bello passare da stupida davanti a miglioni di italiani.In trasmissione la signora appariva al quanto affascinata dal Salvini.Altra nota dolente la signora D’Eusanio,che riprende come una maestrina il buon Matteo dicendo:<<non doveva rispondere si faccia una camomilla>>ah no? Come si suol dire pure il resto da sopra magari gliela portava a casa? Che si fa’ per un po’di notorietà 😂

La leggenda di skuma e il pescatore

Taranto città della Magna Grecia ha tanti tesori, tra i quali molte leggende. Quella che sto per raccontarvi, riguarda Skuma e il pescatore. Tanto tempo fa sulle sponde del Mar Piccolo, viveva una coppia di sposi: Skuma e Vincenzo. Quest’ultimo era un pescatore, passava la maggior parte del suo tempo in mare, lasciando la sua bellissima sposa da sola, a tenere in caldo il focolare. Stanca di essere trascurata, la bella tarantina cedette alle lusinghe di un ricco mercante di passaggio. Egli la copriva d’oro e di lusinghe. La sua coscienza inizió a vacillare e presa dal senso di rimorso , raccontò tutto al marito. In preda alla rabbia, l’uomo prese la moglie, la trascinò a largo, gettandola nel punto più profondo del mare. Mentre Skuma scendeva nelle acque dello Jonio, le sirene ebbero pietà di lei, decidendo di salvarle la vita e trasformandola in sirena. La donna si ritrovò a vivere nel palazzo di vetro delle sue salvatrici. Vincenzo pentito e disperato, andava tutte le sere con la sua barca nel punto in cui aveva gettato la moglie: piangeva, triste e sconsolato; finché la rivide con la sua bella pinna colorata. La sua sposa non poteva più vivere sulla terra, perché ormai sirena. Per un po’furono costretti solo a guardarsi.
Un giorno una fata decise di venirgli incontro, dispiaciuta dalla situazione, decise di aiutarli: << Vincenzo, se Skuma sarà in grado di portarmi il Giglio perlato che si nasconde nel palazzo delle sirene, io le restituirò le sue gambe da umana>>. Vincenzo raccontò della fata a Skuma e insieme misero su un piano: avrebbero rubato il fiore. L’uomo con tutti i risparmi che aveva comprò tanti gioielli: attirò le sirene, che si allontanarono dal palazzo. Nel frattempo Skuma rubó il fiore, ed agitando le braccia creò un onda grandissima, che spazzò via le sirene. Ad attenderla sulla spiaggia c’era la fata, per prendersi il giglio, le ordinò di chiudere gli occhi, e in me che non si dica, si ritrovò sugli scogli, tra le braccia del suo pescatore, è di nuovo umana.

Il presente

Essere felici significa vivere giorno dopo giorno: senza un domani senza un se. Ciò che ci si presenta oggi non esiste più. A volte i progetti mettono ansia: perché riflettono il futuro,per poi difficilmente goderne il presente. Se imparassimo a goderci il momento: saremmo tutti meno stressati e forse un po’ più felici.Vivere come gli amanti,un giorno come se fosse l’ultimo.Come disse Vasco Rossi in una delle sue canzoni”perché la vita è un brivido che vola via”.E allora perché non godere dei piccoli momenti?in fondo siamo solo di passaggio.

Cambiare città

Cambiare città è il sogno di molti ,ma che succede quando il sogno diventa realtà?I cambiamenti affascinano e spaventano allo stesso tempo. Iniziare una nuova vita in un posto dove non siamo cresciuti che più propriamente chiamiamo casa, è come l’inizio di una nuova relazione . Abbiamo bisogno di sapere ,quindi percorriamo le stesse strade,così come sentiamo il bisogno di sentire la voce del altro ,anche se l’abbiamo ascoltata poche ore prima.Questo ci porta a scoprire, conoscere e quindi ad apprezzare il posto in cui ci siamo catapultati,che sia per dovere ,o per scelta.(Di solito è sempre la prima).Se siamo abitudinari quindi, dai 30 in sū , sicuramente inizieremo con il trovare il difetto più piccolo per il semplice gusto di dire< però a casa mia si sta meglio>

La perla di Nettuno

Anteprima

La scogliera era alta quasi 20 metri, di li a poco a poco sarebbe finito tutto. Non c’era più posto per lei in quel dannato mondo, che da tanto tempo ormai, non le apparteneva più. Paolo: dopo 10 anni di fidanzamento, aveva sposato un’ altra ed insieme a lei tutti i progetti fatti . Ad Ambra ormai non restava più nulla. Il salto fu breve; mentre sentiva l’acqua invaderle i capelli, delle mani forti l’afferrarono per la vita, riportandola sulla terra ferma . Non appena riuscì ad aprire gli occhi si trovò dinanzi un uomo : alto, con la barba incolta, pelle abbronzata, con una muscolatura da fare invidia al più celebre palestrato, col suo sguardo penetrante, la guardò e disse: «Non ha il diritto di togliersi la vita, non si può morire solo perché un altro essere non ci ha dato l’importanza che meritavamo.» Lo fissò atterrita e pensò: questo strano signore doveva essere un veggente, oppure qualche abitante del luogo. Quel posto non era stato scelto per caso, lo aveva scorto casualmente in uno dei tanti servizi fotografici per la rivista per cui lavorava. Tante volte quel mare incantato aveva fatto da sfondo per le foto delle sue modelle. L’agenzia pubblicitaria dove prestava servizio da tempo, l’aveva mandata in Grecia insieme alla troupe, per effettuare un servizio per una linea di costumi. In quei momenti, tra una foto e l’altra, pensò che il suo ultimo viaggio dovesse finire li, tra le onde di quel mare cristallino, dove le alte scogliere, che parevano giganti di marmo, ne sarebbero state testimoni. Ambra si alzò in piedi e gli andò incontro per ringraziarlo: il suo odore era sensuale e travolgente, ad un tratto guardò il suo salvatore nei suoi splendidi occhi azzurri e in men che non si dica di ritrovò con le labbra incollate alle sue. Non aveva mai baciato uno sconosciuto, non sapeva neanche quanti anni avesse, forse 50. Di una cosa era certa: una creatura così affascinante, non l’aveva mai incontrata. Ad un certo punto cadde in un sonno profondo. Erano circa le 18 quando si risvegliò, la spiaggia era deserta, a farle compagnia c’erano solo alcune turiste che passeggiavano ed il rumore del mare. L’indomani mattina era nel suo ufficio pronta per effettuare un sopralluogo per la rivista per cui lavorava, parlando con una sua collega gli raccontò di quanto accaduto. La donna la guardò alquanto attonita e le disse che il posto in cui si era avventurata non a caso veniva chiamato la perla di Nettuno. Il Dio del Mare non permetteva a nessuno di invadere la sua quiete, e che ogni creatura che avesse tentato di disturbarlo l’avrebbe cacciata dal suo territorio. Nettuno teneva lontano le donne per paura dì innamorarsene e se una di esse lo avesse stregato, ogni notte ella avrebbe sentito il fruscio del mare. Ambra ebbe la promozione che tanto aspettava, la sua carriera prese il volo, cancellò totalmente Paolo dalla sua vita, solo una cosa non dimenticò: il ricordo di quel bacio meraviglioso con lo sconosciuto incontrato sulla spiaggia . Non ci ritornò più in quel luogo incantato, ma ogni notte il fruscio del mare tornava a farle visita.

Un giardino chiamato malinconia

Esiste un posto chiamato malinconia, è un giardino ricco di ricordi,ci puoi trovare tante cose: persone che non avresti voluto lasciare, ed altre che avresti fatto meglio a non incontrare, ogni cosa di questo giardino ha giocato un ruolo fondamentale nella tua vita. In alcuni periodi ti capiterà di passeggiarci : a volte desidererai rivivere quel attimo, altre ringrazierai per averlo passato. Camminerai con la consapevolezza di essere stato forte, ed ogni fiore che incontrerai ti aiuterà ad amarti di più.

Diverso da chi?

L’essere umano è come una macchina,appena nato chi si prende cura di noi sono i nostri genitori.Madre e padre sono i nostri primi programmatori.In tenera età ci viene impostato ciò che a loro volta è stato inculcato in uno e nel altro,una delle prime impostazioni è la religione.Si parte dal battesimo,che non ci viene di certo chiesto.Nella nostra mente si creano delle impostazioni,che siano giuste o sbagliate in un certo senso ci sono ,quando incontriamo una cultura diversa dalla nostra o una persona con caratteristiche diverse,o finisce per incuriosirci,oppure ci spaventa, perché ha una programmazione diversa dalla nostra.Che sia stata impostata dalla natura (disabilità),(colore della pelle), altro,finisce o per incuriosirci o per spaventarci.Prendiamo l’omosessualità,nella religione cattolica la famiglia sono l’uomo e la donna,ossia Maria e Giuseppe.Ma chi lo ha stabilito che debba essere per forza così? L’individuo che scopre di avere un orientamento sessuale diverso inizia a sentirsi in colpa, perché nella sua testa è stato impostato ché sbagliato,così finisce per aver paura di se stesso,della sua caratteristica diversa.Inconsciamente,siamo condizionati dal bagaglio che ci viene assegnato dalla famiglia, questo ci porta ad essere quello che siamo.Il 50 per cento del nostro carattere deriva dal bagaglio che ci è stato assegnato dalla famiglia.

Raccontarsi

Ogni persona ama raccontarsi,vi è mai capitato di farlo con uno sconosciuto? Da un sondaggio emerge che il 50 per cento delle persone intervistate, almeno una volta nella vita abbiano raccontato di sé ad uno sconosciuto. Perché? Lo sconosciuto non ti giudica e se lo fa tu non verrai mai a saperlo, perché nel momento in cui iniziamo a parlare non cerchiamo consigli, vogliamo solo essere ascoltati senza ma, e senza sé. L’analista, diceva Freud: “deve essere opaco agli occhi del suo paziente, deve essere come uno specchio e non mostrargli altro che quello che il paziente mostra a lui”. In realtà c’è una spiegazione: parlare con gente non famigliare, che sia parente o un amico in realtà, aiuta a comprendere meglio noi stessi, e come se stessimo facendo un dialogo con il nostro io. Raccontarsi fa bene, è una sorta di liberazione, anche il nostro corpo lo sa, in tante situazioni diventa una specie di terapia, soprattutto quando siamo molto stressati, avere accanto qualcuno che ci ascolti , senza parlare può essere di grande aiuto.

Lo straniero chiamato amore

Tutto ebbe inizio con un tuo sguardo, penetrante come la lama di un coltello.

Non conoscevo questo straniero chiamato amore, tanto avvolgente quanto disarmante, come le mani di un pittore.
La tua voce candida è ardente come la legna di un camino,
Le tue mani morbide come il bacio di un angelo, di li a poco a poco mi sentii rinascere,

avvolta dal tuo profumo che ancora oggi,

rivive negli angoli più nascosti della mia mente.

Il mondo del profumo

“Due cose rendono le donne indimenticabili: le loro lacrime e il loro profumo.”
(Sacha Guitry)
Il profumo ha origini molto lontane: nelle cerimonie religiose venivano fatti bruciare vari tipi di aromi,tra cui i piu conosciuti sono: la cannella, l’alloro, l’incenso. Il termine profumo deriva dal latino”per fumum”che significa attraverso il fumo. Nelle antiche civiltà serviva come simbolo di adorazione verso gli Dei: attraverso le fumigazioni si mandavano messaggi ad essi, oppure hai defunti. Non tardò molto a diventare simbolo di seduzione. Gli egizi furono tra i primi popoli a darci testimonianza della sua importanza, attraverso balsami per il corpo e olii profumati. Esso è un po un biglietto da visita: lo si sceglie inconsciamente in base all umore ed alla nostra personalità. Una fragranza ci porta come una macchina del tempo, ad un particolare o persona che abbiamo incontrato, non a caso è scentificamente provato che gli odori restano più a lungo nel nostro cervello. Quando ci innamoriamo una delle cose che ci resta impressa é il profumo del altro, è un qualcosa che ci rapisce e che allo stesso tempo non fa altro che aumentare il senso di attrazione verso l’altro individuo. Il profumo resta uno dei primi strumenti di seduzione, ogni essere ne porta uno proprio nel suo bagaglio genetico. Non a caso una fragranza cambia se indossata da una persona a l’altra.