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Il principe schiaccianoci

Uno dei simboli del natale è certamente l’albero. Piace a grandi e piccini, addobbarlo è una festa: sfere, luci, fiocchi, tutto prende vita. Ma quest’ anno in cima all’albero, c’è un ospite un po’ speciale. Ecco spuntare in mezzo ai rami dell’ abete: il principe schiaccianoci. La favola nacque nel 1816 con il nome di “Lo schiaccianoci e il re dei topi” dalla penna di E. T. Hoffman. A distanza di tempo la storia venne ripresa dallo scrittore Alexandre Dumas,con il titolo “Storia di uno Schiaccianoci.” Grazie a quest’ultima versione prende vita lo spettacolo con le musiche di cajkovkij, che lo porterà a diventare uno dei balletti di maggior successo internazionale. Nel 1990 apparirà per la prima volta sugli schermi cinematografici nella versione cartoon. Come dimenticare lo splendido finale, dove il soldatino e l’amica Clara ballano sull’albero di natale. A quale donzella non sarebbe piaciuto volteggiare su splendidi rami innevati, accompagnata da un principe. Bene, ora non vi resta che andare a guardarlo, perché a volte è così piacevole tornare un po’ bambini.♥️

L’autunno

L’autunno è uno dei periodi di transito tra l’estate e l’inverno: i suoi colori sono tutto un susseguirsi ,ci piace il rumore delle foglie che scricchiola sotto le scarpe, specialmente per chi ha la fortuna di vivere in campagna .Qui a Bracciano ho imparato molto ad apprezzare la natura,pur essendo abituata a Taranto a vivere in periferia, dove ci sono alberi e verde. Provate ad andare in un bosco: togliete le scarpe e camminate a piedi nudi in mezzo alle foglie secche, all inizio l’impatto non sarà dei migliori, man mano che proseguite avrete la sensazione di essere tutt’uno con l’ambiente in cui vi trovate. Noterete la stessa sensazione di quando si cammina a piedi scalzi sulla sabbia. Perchė l’essere umano è parte della natura, anche se a volte pare non esserne consapevole.

Il mito di Adone

Una delle storie affascinanti della mitologia greca è il mito di Adone: nato dal rapporto incestuoso tra la principessa Mirra e suo padre Cinira,sovrano di Cipro è sacerdote devoto della Dea venere. La principessa s’innamorò follemente di suo padre. Grazie ad una ancella riuscì a farlo ubriacare e con il volto coperto riuscì ha sedurlo e farlo finire fra le sue braccia. Al suo risveglio il sovrano scoprì il volto della ragazza e per poco non gli venne un colpo scoprendo sua figlia. Il re diventò furibondo, allora, la principessa per sfuggire all’ira di suo padre chiese aiuto agli dei che la trasformarono nel albero che porta il suo nome. La corteccia del albero si gonfiava sempre di più, dando segni di sofferenza, dal grembo della quercia ne uscì una creatura meravigliosa. La Dea venere sentendo dei vagiti, si ritrovò dinanzi ad un bambino, che accolse tra le sue braccia, chiamandolo Adone. Venere lo affidò per un periodo alla Dea Persefone. Il giovane cresceva diventando sempre più bello, tanto che la Dea se ne innamorò. Diventato adolescente, Venere decise di andarlo a trovare: rimase colpita da tanta bellezza che se n’è invaghì. Chiese a Persefone di restituirgli il ragazzo, ma la Dea non volle, le due iniziarono a litigare, tanto che dovette intervenire Zeus decidendo che il ragazzo avrebbe passato sei mesi con una e sei con l’altra. Venere passava tutto il suo tempo con Adone, trascurando persino il suo sposo Ares che se ne ingelosì. Il ragazzo era un abile cacciatore, questo preoccupava molto la Dea, tanto da raccomandargli sempre di stare lontano dai cinghiali. Allo scadere dei sei mesi Adone decise di non passare gli altri sei con Persefone nel regno degli inferi. Ella ci rimase malissimo. Un giorno mentre Venere era impegnata a discutere con Ares, il giovane era a caccia e sul suo cammino incontrò per la prima volta un cinghiale, con il suo arco tentò di ucciderlo, ma lo mancò, questo con un salto lo agredí,facendolo morire dissanguato. Le creature del bosco corsero a chiamare Venere, la Dea lo trovò in fin di vita, le sue lacrime si mescolarono con il sangue del fanciullo, dove nacquero dei bellissimi fiori chiamati anemoni. La sua anima volò dritta negli inferi per la gioia della bella Persefone, che finalmente lo avrebbe avuto tutto per se.

Adone statua realizzata dal grande Antonio canova

Un bambino speciale

Essere mamma di un bambino speciale

significa essere guardate con compassione quando tuo figlio fa capricci strani. Essere mamma di un bimbo speciale significa guardarlo e dire: “Sei la creatura più bella del mondo, ma perché proprio a te!”, Significa passare da una diagnosi all’altra, studiare psichiatria infantile e pensare che nemmeno nelle facoltà più rinomate le avresti potute imparare, ma soprattutto è sperare di sentirti dire :”Suo figlio non ha nulla è solo una fase della crescita”. Essere mamma di un bimbo speciale è vedere gli altri bambini lasciare tuo figlio da solo, perché non si esprime bene e consolarlo e pensare :”Non sapete cosa vi perdete”. Avere mille paure per il futuro, pensare a quando tu non ci sarai, ma soprattutto è combattere per due.

Il Natale a Taranto

Una delle feste più sentite è sicuramente il Natale: fatta di colori,suoni e tante tradizioni,ogni regione si sbizzarrisce con i suoi piatti tipici. È la festa dei bambini, delle famiglia,non solo per noi cattolici è un modo per festeggiare Gesù. A Taranto in particolare inizia in grande anticipo,con l’arrivo della ricorrenza del 22 novembre di Santa Cecilia.Alle 6 del mattino pasticceri e massaie tarantine,iniziano a riempire i pentoloni con l’olio di semi per immergere le pettole.(ricetta)500gr di farina,400ml d’acqua,un quarto di lievito di birra,e zucchero per cospargere.Impastastare il tutto dalla sera prima,e versare l’impasto a cucchiaiate in olio bollente.Si mormora che questa antica ricetta nasca da un errore di una casalinga tarantina,che il giorno di Santa Cecilia doveva preparare l’impasto per il pane,ma al suono degli zamponiari,rimase a lievitare troppo l’impasto,così al suo rientro decise di friggere questa pasta che poi offrì alla banda degli zamponiari. Taranto in questo periodo sta passando uno dei momenti più brutti della sua storia,combattuta tra il diritto alla vita è quello a lavoro , Taranto non è solo dei tarantini,ma del Italia intera,non soffermiamoci solo sul Ilva,andiamo ad ammirare il museo marta,o le spiagge bianche di Marina di Lizzano,entrate in casa di un tarantino,e sarete accolti da re.un ringraziamento particolare a Fabiola internõ per le foto

L’essenza dei miei sensi

Lascia che io sia il tuo pensiero piu grande,

lo sguardo che ti sveglia la mattina,

l’amante che baci avidamente avvolta nel tuo letto caldo.

Portami nelle vette più alte, dove Eros amo’ la sua Psiche.

Proteggimi dalle mie malinconie,

nutrimi delle tue carezze,

baciami come se stessi assaggiando l’ultimo nettare degli Dei…

Venezia contro matera

In questi giorni stiamo assistendo alla forte ondata di maltempo che ha creato forti danni alla città di Venezia,ed in particolare a Matera città della cultura. Quello che molti notavano è che Venezia menzionata alla grande da tutte le emittenti,mentre su Matera silenzio totale.E da qui nasce un vero e proprio scontro tra nord e sud,alimentato da tanti leoni da tastiera,ma soprattutto dalla politica,che oltre a farci diventare razzisti con tutti questi sbarchi di immigrati,(e non parlo di donne e bambini,ma dei grandi giovanotti muscolosi che ci troviamo in giro per le strade)ci porta indietro ai tempi in cui c’era la distinzione tra il nordista e il terrone.Se le grandi emittenti televisive si occupassero delle notizie in modo equo,non ci ritroveremmo con la bacheca di facebook ricca di commenti che farebbero rabbrividire pure Mussolini.Sembra di stare allo stadio da un lato abbiamo la squadra del Venezia dal altro quello del Matera.Se siamo andati avanti nel progresso in realtà ci siamo rimpiccioliti nel cervello,ma soprattutto nel animo. Altra nota dolente,non chiediamo hai cittadini di versare soldi per aiutare queste città,quando ad amatrice ancora aspettano le donazioni.

A di amore

Un posto davvero sicuro sono le braccia di chi ti ama. Sono il posto dove potrai scaldarti se hai freddo, sono le parole che vorresti sentire quando sei triste, o più semplicemente quando il mondo ti sta crollando addosso. Perché chi ci ama in realtà non vuole altro che vederci felice. L’amore è bello, qualunque sia la sua forma è protezione.

Fenomeni atmosferici e psiche

calamity-city-clouds-20809643993772251962220743.jpgFastidiosa ma anche rilassante la pioggia è uno degli elementi climatici che inevitabilmente tende a coinvolgerci emotivamente.Il suo ticchettio sui vetri tende a conciliarci anche il sonno.Qualsiasi suono al di sotto dei 70 decibel viene decifrato dal nostro cervello innoquo .Questo fenomeno associato ai temporali a volte può dare disturbo,e creare un vero attacco di panico .Il temporale è composto da una serie di elementi che il nostro cervello capta come pericoli.Il tuono che come dicevamo prima puo avere un suono oltre i 70 decibel e i lampi.Queste tipo di paure chiama in realtà fobie,in realtà hanno origini ben lontane. Tendenzialmente chi soffre di queste fobie in realtà ha semplicemente paura della morte,ossia di ciò che non può controllare;nessuno è in grado di controllare i fenomeni atmosferici, così come non si è in grado di controllare la morte.Stessa cosa vale per il vento.Se vi accorgete che:1 -prima di uscire o durante il giorno guardate spesso le previsioni meteo,2 -non fate un viaggio perché le previsioni non sono buone,si tratta di una vera e propria fobia che potrebbe generare ad un attacco di panico

Obbiettivi e sogni

Fenomeni atmosferici e psichewp-1564059598497-1284379870.pngC’è un tempo per tutto,per essere bambini,per essere adulti è per invecchiare. Ma c’è una cosa che non passerà mai, é che non bisogna smettere di fare: sognare.E un mondo tutto nostro,dove siamo solo noi a scegliere chi può farne parte.È così bello poter decidere chi fare entrare.Uno spazio tutto nostro dove qualche volta ci rifugiamo,quando siamo stanchi dalla vita quotidiana,che tante volte ci mette davanti prove assurde,di cui non sempre ne usciamo vittoriosi.Il sogno ci da quel attimo di libertà che tanto vorremmo nella vita reale.Questi sogni a volte sono obbiettivi che vorremmo raggiungere, affinché ciò diventi realtà bisogna lottare, è non diciamo che impossibile senza nemmeno provarci.Tante occasioni vanno perse a causa della pigrizia a volte è più facile dire non c’è la faccio che provarci .E così perdiamo tante di quelle occasioni e il tempo passa.Quell’obbiettivo diventa un sogno irrealizzato buttato li in un cassetto.

 

Smettiamo di piangerci addosso quando in realtà è solo la pigrizia a farci mollare.