Secondo i dati del 2012, in Italia i ginecologi obiettori di coscienza sono circa 69,6/%. La differenza tra l’aborto volontario e quello terapeutico è sostanziale: il primo è dettato, nella maggioranza dei casi, da un fattore economico dovuto al non poter mantenere economicamente il nascituro, oppure dalla donna che non si sente pronta ad affrontare la gravidanza. Nel secondo caso c’è una legge della costituzione che dice: quando la gravidanza o il parto comportano un grave pericolo di vita per la donna; quando siano accertati processi patologici tra cui quelli relativi a rilevanti patologie o malformazioni del nascituro, che determinano un grave pericolo per la salute psichica e fisica della donna. Laura Fiore con il suo libro: “Abortire tra gli Obiettori” parla della sua esperienza personale con gli Obiettori di coscienza sull’aborto terapeutico, ma non solo…tra le pagine vi sono altre testimonianze di donne che hanno vissuto la medesima esperienza.
