Sui marciapiedi vuoti della stazione del pomeriggio l’aria è immobile come nell’ultimo avamposto di frontiera dell’Impero Austroungarico appena prima del deserto. Laggiù si apre la steppa e la Russia e l’Asia immensa come un sogno infinito che dà le vertigini, mormoravano vecchi contadini che ormai non esistono più, risucchiati chissà dove. Poi è passato unContinua a leggere “Verso il Mare”